L’esclusione dei periti pesa sulla categoria
Il 19 luglio 2023 scadeva il termine previsto dalla legge sull’equo compenso (l. 49/2023) per l’emanazione del decreto del Mimit contenente i parametri per i compensi dei professionisti appartenenti alle associazioni ex l. 4/2013 (professioni non regolamentate).
L’art. 1, comma 1, lettera c, della legge 49/2023, infatti, prevedeva che il “decreto parametri” fosse adottato entro 60 giorni dall’entrata in vigore della stessa, la quale è diventata obbligatoria a partire dal 20 maggio 2023.
Orbene, al di là della inosservanza di un termine che evidentemente risulta non perentorio, è certo che il Mimit ha cominciato a studiare il modo di pervenire all’approvazione dei parametri per i compensi consultando le associazioni iscritte nel famoso elenco ex art. 2, comma 7, l. 4/2013.
Il compito è stato affidato alla Direzione generale per il mercato, la concorrenza, la tutela del consumatore e la normativa tecnica (con a capo il Dottor Gianfrancesco Romeo vedi il link https://www.mimit.gov.it/it/component/organigram/?view=structure&id=10)
Divisione III, esercizi e professioni, qualità dei prodotti e dei servizi, professioni non organizzate in ordini e collegi, albi ed elenchi del Mimit (con a capo il Dottor Vincenzo Maria Morelli v. al link https://www.mimit.gov.it/it/component/organigram/?view=structure&id=551).
Il 26 giugno 2023 il Ministero convocava le 382 associazioni iscritte nell’elenco, chiedendo che le stesse collaborassero alla elaborazione del decreto sui parametri.
Ciò nonostante, nulla di fatto. Ma la risposta delle associazioni convocate è stata articolata.
Il 5 settembre, infine, si è tenuto a Roma, in netto ritardo sui tempi, il primo tavolo di lavoro tra il Ministero e le associazioni professionali non regolamentate per discutere sui criteri generali e metodologici per la redazione del decreto. Il sottosegretario Massimo Bitonci e il già citato Vincenzo Maria Morelli hanno rappresentato la necessità di una collaborazione tra il Ministero e le associazioni che possa seguire uno sviluppo per aree omogenee (il numero delle macro aree individuate non è ancora noto), data la notevole varietà di professionalità coinvolte. L’idea che si profila all’orizzonte è quella di un tavolo di confronto permanente tra associazioni e Ministero.
L’ipotesi avanzata è quella di un compenso fisso, variabile e a tempo, con una tariffa per ciascuna professione rappresentata che tenga però conto delle differenze esistenti tra le diverse categorie.
“Nel corso dell’incontro si è parlato di un criterio “a tempo” (adottato nel lavoro dipendente), che per molti è una possibilità, ma da solo non consente di tenere conto anche di altri elementi, quali la complessità della prestazione e l’esperienza del professionista solo per citarne alcune. Il prossimo step prevede, in tempi brevi ma non definiti, l’invio alle associazioni delle macro aree su cui le associazioni dovranno esprimersi” – fonte https://www.ilsole24ore.com/art/equo-compenso-primo-incontro-il-mimit-e-associazioni-i-parametri-AFRISSl
All’incontro di settembre il Mimit ha altresì chiesto alle associazioni presenti di indicare tre dei cinque rappresentanti destinati a far parte dell’Osservatorio nazionale di cui all’art. 10 della l. 49/2023.
Aiped ha già in passato segnalato il proprio disappunto per una riforma che taglia fuori i periti assicurativi iscritti al ruolo ex art. 157 Codice delle Assicurazioni al pari di tante altre professioni non ordinistiche che però nemmeno rientrano tra quelle non regolamentate ex l. 4/2013.
Vedi i seguenti link:
https://www.peritiaiped.it/aiped-sotto-osservazione-i-lavori-al-senato-sullequo-compenso/
https://www.peritiaiped.it/equo-compenso-presentati-gli-emendamenti/
Ciò che si deve amaramente constatare è che non solo il legislatore continua a non prendere in considerazione la professione dei periti assicurativi, ma che le stesse associazioni peritali stentano a far sentire la loro voce. Dopo aver perso l’occasione di intervenire in fase di discussione ed approvazione della l. 49/2023, si continua a stagnare in una latitanza disinteressata rispetto alla possibilità di cambiare le carte in tavola o quanto meno di far sentire l’indignazione della categoria.
Aiped non intende mollare la presa: “di fronte alla incontrovertibile esclusione dall’ambito di applicazione della riforma sull’equo compenso per non essere i periti ricompresi nel confine della l. 4/2013, si proseguirà con le iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica da una parte e il Ministero dall’altra, provando anche a fare corpo unico con tutte le altre professioni similmente accomunate dall’unico torto di abitare un limbo indefinito e poco etichettabile”.
L’equo compenso e la tutela della dignità professionale sono prerogativa dei periti assicurativi al pari di tutte le altre professioni, dentro e fuori dagli ordini, dentro e fuori dalle associazioni della 4/2013.
Proveremo ad elaborare strategie comunicative e azioni comuni al fine di ribaltare il più possibile un verdetto scritto troppo in fretta che sembra diventare inesorabilmente inappellabile, ma che tale non può essere.
© Luigi Mercurio
….la “zavorra” sfortunatamente è la tipologia di professione che è ritenuta (correttamente a mio sommesso avviso) “privatistica” e non – invece – pubblicistica !
Basta inventarne una simile, publbicistica recintando bene quella esistente…