In generale 

Si sente spesso parlare di codici etici aziendali o codici di condotta o codici di comportamento.

Sono tutti modi equivalente per designare quei testi non vincolanti adottati su base volontaria da imprese che intendono promuovere il rispetto dei valori cui improntano la loro mission.

Un insieme di regole di comportamento per dipendenti e collaboratori accompagnate da sanzioni disciplinari e sorvegliate da un organismo interno di vigilanza (di solito un comitato etico).

Secondo la Treccani on line, il codice etico è un “documento aziendale che rappresenta la Carta dei diritti e dei doveri morali che in un’organizzazione imprenditoriale definisce le responsabilità etico-sociali e i principi cui devono attenersi tutti i partecipanti all’attività lavorativa”. Esso “evidenzia le responsabilità cui devono attenersi i comportamenti individuali di coloro che operano nell’ambito dell’organizzazione dell’impresa, quindi non soltanto dirigenti, quadri e dipendenti ma anche stakeholders” (fonte https://www.treccani.it/enciclopedia/codice-etico_(Lessico-del-XXI-Secolo)/).

Perché è importante dotarsi di un codice etico?

Perché in tal modo l’impresa costruisce e rafforza la sua brand reputation, evidenziando che i valori che ha scelto ispirano la sua vision ma anche la mission e si trasformano in azioni virtuose.

Orientare le condotte di tutti coloro che lavorano per l’azienda a principi dettati dal codice etico significa metterci la faccia, intervenire con sanzioni là dove ci dovessero essere derive importanti; significa attrare investitori ma anche personale, soprattutto giovani professionisti, sempre più ispirati a valori di rispetto, sostenibilità, trasparenza ecc.

Solitamente un codice è strutturato in 5 sezioni, ciascuna dedicata ad un segmento specifico.

Ancora una volta ci aiuta la Treccani:

“A livello formale il c. e. delle imprese è in genere strutturato secondo cinque livelli. Il primo livello è riferito ai principi etici generali che indicano la missione imprenditoriale e il modo più corretto di realizzarla; il secondo livello contiene le norme etiche per le relazioni dell’impresa con i vari stakeholder (consumatori, dipendenti, ecc.); il terzo livello fornisce gli standard etici di comportamento (legittimità morale, equità ed eguaglianza, tutela della persona, diligenza, trasparenza, onestà, riservatezza, imparzialità, tutela ambientale, protezione della salute); il quarto livello è invece dedicato alle sanzioni interne previste in caso di violazione dei contenuti del c. e. aziendale; infine il quinto livello è riferito agli strumenti di attuazione”.

Sebbene non giuridicamente vincolante, un codice etico è tanto più efficace quanto più le sue norme sono fatte rispettare dall’organo interno di vigilanza. La previsione di un procedimento di denuncia, senza ritorsioni, e di applicazione di sanzioni proporzionate supportano e sostengono l’autorevolezza e la credibilità dell’impresa.

Solitamente il codice etico è redatto dal management amministrativo che ben conosce le dinamiche interne dell’azienda e i valori fondativi.   

I codici etici delle imprese assicurative

Un settore particolarmente vigile alla osservanza dei suoi valori è sicuramente quello assicurativo.

Sebbene i codici etici contengano regole destinate a gestire le relazioni interaziendali, inevitabili sono le ripercussioni sui consumatori e sull’idea che essi si fanno dell’impresa proprio attraverso la lettura dei loro codici.

La quasi totalità delle imprese assicurative ha adottato codici etici che monitorano e aggiornano, adeguandoli alla cangiante realtà economico sociale continuamente in movimento.

Tra i tanti disponibili sui siti internet delle migliori compagnie italiane ne spiccano alcuni per la scrupolosità con cui sono stati redatti e per l’impianto sanzionatorio con cui presidiano il rispetto dei loro contenuti.

Il Codice di Condotta del Gruppo Generali è preceduto da un messaggio di apertura del Gruppo Ceo molto empatico e mirato a spiegarne la finalità.

“Questo documento dovrebbe essere considerato come un riconoscimento della nostra identità di Gruppo e dei valori in cui ci identifichiamo, piuttosto che un mero elenco di obblighi. Il presente documento sancisce inoltre il nostro diritto di essere trattati onestamente e senza discriminazioni, come pure quello di lavorare per realizzare gli obiettivi di un’organizzazione che promuove e premia il lavoro svolto in maniera etica e la migliore pratica di gestione nell’interesse di tutti i suoi stakeholder”.

Il Codice poi si divide in 4 sezioni di cui la terza è dedicata proprio alle regole di condotta. Una particolare evidenza è data alla presentazione di segnalazioni di violazioni del Codice:

“Il Gruppo incoraggia il Personale a segnalare ogni atteggiamento o azione che consideri in violazione, anche solo potenziale, della legge, del Codice ovvero di altre Normative Interne.

Le segnalazioni possono essere effettuate personalmente o in forma anonima, per iscritto o verbalmente. Esse sono trattate con la massima riservatezza, in conformità a quanto previsto dalla legge e dalle Normative Interne. Il Gruppo non tollera alcuna forma di ritorsione nei confronti di chi effettua una segnalazione in buona fede” (abstract).

Insomma, uno stimolo importante a non tacere: perché denunciare è nell’interesse del singolo ma anche del Gruppo e della sua reputazione.

Tra le regole di condotta più rilevanti, emergono la sostenibilità, l’inclusione, il rispetto dell’ambiente di lavoro in tutte le sue sfumature, la tutela della privacy, la lotta alla corruzione e concussione, la cura nel coltivare le relazioni con i clienti, il rispetto della libertà di concorrenza, la selezione accurata dei fornitori.

UnipolSai ha invece adottato la Carta dei valori e il Codice etico che si ispirano ai seguenti cinque principi: accessibilità, lungimiranza, rispetto, solidarietà, responsabilità, tutti declinati verso azionisti e investitori, dipendenti agenti e collaboratori, clienti e fornitori, comunità civile, generazioni future.

“Il Gruppo Unipol (di seguito, anche il ‘‘Gruppo’’) fa propri i principi più avanzati in merito ai criteri ESG — Environmental, Social e Governance – adottando comportamenti coerenti con gli standard internazionali in materia di diritti umani, parità di genere, trasparenza e correttezza nello svolgimento della propria attività e nella gestione dell’impresa, attraverso modalità e pratiche di miglioramento continuo. Ciò premesso, il presente documento (il ‘‘Codice Etico’’ o il ‘‘Codice’’) è il risultato di un percorso partecipato interno al Gruppo Unipol, che ha coinciso con l’elaborazione condivisa della Visione, della Missione e dei Valori che contraddistinguono il Gruppo stesso, rivalutando, in chiave di responsabilità e sostenibilità, l’impatto diretto e indiretto delle proprie attività nei confronti dei portatori di interesse” (abstract). Così la dichiarazione di apertura del Codice etico.

Il codice di UnipoSai è particolarmente interessante per la parte relativa alla vigilanza e alle segnalazioni. L’intera Parte terza è infatti dedicata alle modalità di diffusione, attuazione e controllo sul documento e alla chiara esplicazione delle modalità attraverso le quali effettuare segnalazioni di presunte trasgressioni.

L’organo interno a cui è demandato il compito di vigilare sull’osservanza del Codice, è il Comitato etico che esprimere pareri in merito alle segnalazioni più complesse inoltrate dal Responsabile etico, il quale “riceve direttamente le segnalazioni sulle presunte violazioni del Codice da parte dei diversi portatori di interesse e valuta le condizioni per l’apertura dell’istruttoria; svolge, nei casi più semplici, le relative verifiche e risolve le controversie”.

La lettura complessiva dei due documenti restituisce un’immagine del Gruppo attento nei minimi particolari ai dettagli in grado di costruire e mantenere alta la sua brand reputation.

Come ultimo esempio mi piace riportare il Codice etico di una mutua.

“Il Codice Etico di Reale Group ha lo scopo di guidare chiunque operi nell’ambito del Gruppo medesimo a perseguire gli obiettivi con metodi e comportamenti corretti, leali e coerenti con la cultura d’impresa, plasmata dalla natura mutualistica della Capogruppo. Il nostro agire non è unicamente fondato sul puntuale rispetto delle norme vigenti, ma si concretizza anche nell’osservanza dei valori fondamentali del Gruppo, volti a generare comportamenti eticamente corretti e trasparenti verso tutti i portatori di interesse che interagiscono con esso” (abstract dal codice etico di Reale mutua). Il gruppo punta molto sulla sostenibilità in ogni sua forma: sociale, ambientale, economica nonché sulla “convinzione che un agire sostenibile nasca solamente da un dialogo costruttivo con tutti i portatori di interesse, improntando alla massima correttezza il perseguimento dell’oggetto sociale”.

La diversa sensibilità della mutua assicurativa si evince anche dal rilievo dato alla persona, dalle parole scelte e dalla collocazione in primo piano riservata alla descrizione della vision e mission aziendali, entrambe fondate sulla centralità del cliente.

“Le persone sono alla base delle politiche, dei comportamenti e delle decisioni di tutte le Imprese del Gruppo. La missione di Reale Group è quella di: creare le condizioni affinché chi vive nel mondo di Reale Group si senta privilegiato, perché supportato da interlocutori competenti e dedicati che, operando con integrità e trasparenza, curano ogni giorno il suo benessere e rispondono ai suoi bisogni. La centralità del cliente che deriva da questo assunto costituisce la base delle politiche, dei comportamenti e delle azioni di tutte le Imprese, il cui obiettivo è quello di garantire qualità e certezza delle prestazioni e mantenere nel tempo la propria continuità e indipendenza. Coerentemente, la cultura d’impresa del Gruppo, tiene conto delle peculiarità di ciascun componente e si fonda sull’osservanza e sul rispetto di valori e principi comuni, nei rapporti con tutti gli stakeholder, sia interni che esterni”.

Ovviamente si potrebbe andare avanti ancora a lungo. La domanda che sorge di fronte a queste bellissime dichiarazioni di intenti è se effettivamente tutto quanto formalmente adottato sia poi concretamente attuato; quanto efficace sia la vigilanza e quante segnalazioni vengono effettuate in vista della rimozione di condotte poco virtuose messe in essere nelle infinite relazioni che quotidianamente si svolgono all’interno delle imprese.

Il lato positivo della situazione che lascia ben sperare è proprio il fatto che i codici sono volontari: tra adottarli e non adottarli, se si sceglie di adottarli, poi si può ben sperare che essi siano osservati e fatti osservare.

© Annunziata Candida Fusco

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