L’Italia è chiusa a casa, e con essa metà della popolazione mondiale. La pandemia di coronavirus ci obbliga a scavare nel nostro pozzo delle energie psicofisiche per scovare la resilienza. Che è la capacità di affrontare gli eventi traumatici o disastrosi senza crollare di nervi: l’attitudine di trasformare il peggio possibile in un’occasione di crescita. Andiamo in protezione della nostra esistenza senza permettere al dolore o all’angoscia di annientarci. Cambiamo i nostri comportamenti cercando di creare nuovi percorsi virtuosi invece di abbatterci.
Sarà quindi una Pasqua di resilienza, quella di domenica 12 aprile 2020. È significativo che l’emergenza sanitaria mondiale trovi il culmine nella Pasqua, principale solennità del cristianesimo, che celebra la resurrezione di Gesù. Parliamo della Pasqua cristiana, pur nel massimo rispetto di tutte le altre religioni.
Una Pasqua in quarantena è di pura passione. Cristo s’è immolato per noi, ci ha liberati dal peccato originale per riscattare la nostra anima corrotta. La stessa passione che ci permette ora, in pandemia di Covid-19, di passare dai vizi alla virtù. Un evento, la resurrezione, che realizza quanto profetizzato sul Messia. Allo stesso modo, dovremo risorgere quando la clausura da epidemia sarà terminata: oggi, non sappiamo ancora la data.
La Pasqua 2020 sarà un evento straordinario. Se con la rinascita di Gesù il il bene trionfa sul male, con la nostra quarantena di passione, dovremo poi ritrovarci carichi di fiducia. Perché così desidererebbero le migliaia di vittime di coronavirus, in Italia e nel mondo.
Spetterà a noi dare un messaggio di speranza a chiunque: lavoratori in difficoltà, familiari e parenti delle vittime della pandemia, affetti vicini e lontani. Possiamo prendere spunto dalla narrazione dei vangeli: vi sono descritti gli incontri dei discepoli con Gesù risorto nei 40 giorni successivi alla resurrezione. Materialmente o moralmente, tocca a noi incontrarci e unirci, mano nella mano, per riprendere il cammino interrotto.
Alla fine anche noi, come i discepoli e i credenti dopo la rinascita di Cristo, e dopo la sua ascensione al cielo, siamo in attesa del secondo avvento: la ripresa della nostra vita, con le anime segnate in modo indelebile da un evento straordinariamente traumatico, quale la strage di coronavirus.
Nelle uova pasquali di cioccolato che noi di Aiped vi doniamo, troverete come sorpresa l’auspicio di una nuova vita: nel ricordo di chi non c’è più per la pandemia, e con l’auspicio che la resilienza ci abbia reso più forti e più uniti.
Auguri di Buona Pasqua dall’ A.I.P.E.D.
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