Ci risiamo: lobby assicuratrici in pressing sulla politica italiana. La prova sta in una bozza di disegno legge Concorrenza: si vuole estendere il risarcimento diretto alle compagnie estere (CARD). Così, il Risarcimento Diretto, che oggi riguarda solo la maggior parte delle compagnie italiane, avrebbe un peso superiore.

Come tutti sanno, col Risarcimento Diretto è la compagnia della vittima del sinistro a risarcire il cliente: il debitore fissa l’importo da liquidare al creditore. Paradossale. Ma soprattutto c’è una forte spinta delle lobby assicuratrici verso la canalizzazione forzata: l’automobilista danneggiato viene indirizzato verso la carrozzeria convenzionata.

Il target delle compagnie è semplice: controllare quanto più possibile il mercato della riparazione. Imponendo franchigie e scoperti di dubbia validità a chi fa riparare la macchina dal carrozziere indipendente. Prassi che va contro le normative, contro la libera concorrenza, contro i princìpi del libero mercato.

Sul piede di guerra il Movimento Consumatori: l’ipotesi di estendere a tutte le imprese di assicurazione che intendono operare in Italia l’obbligo di aderire al sistema del risarcimento diretto presenta gravi criticità. In termini di anticoncorrenzialità e abuso di posizione dominante.

Un sistema distorto: il Risarcimento Diretto, particolarità solo italiana, prevede che in caso di sinistro stradale (8 volte su 10) a risarcire non sia la compagnia di assicurazione del responsabile civile, bensì quella del danneggiato. Tale procedura crea una serie di storture, ma l’estensione dell’obbligo di adesione al risarcimento diretto aggraverebbe l’attuale situazione di oligopolio.

Occorre invece tornare al sistema di responsabilità civile pura, come afferma Alessandro Mostaccio, segretario generale MC, “dove chi rompe paga: una situazione di maggior tutela del consumatore-danneggiato che attualmente il sistema non è in grado di garantire. Serve massima libertà di scelta da parte del consumatore“.

Per Sonia Monteleone, responsabile settore assicurazioni MC, “il primo effetto che maggiormente graverebbe sui consumatori sarebbe l’aumento del costo del premio di polizza. Quindi, meno libertà e prezzi più cari. Occhio poi al proliferare incontrollato di clausole con decurtazioni illegittime sull’importo del risarcimento che deve sempre rimanere integrale“.

Da parte sua, Assoutenti manifesta un forte e radicale dissenso all’ampliamento dell’applicazione del risarcimento diretto. Questa misura obbligherebbe le compagnie estere ad aderire a tale procedura creando una grave distorsione della concorrenza. Al contrario, il risarcimento diretto non va esteso alle compagnie estere, dice Assoutenti, ma abolito del tutto.

Obiettivo: il pieno diritto alla libera scelta del riparatore di fiducia così come stabilito dalla legge sulla Concorrenza approvata nel 2017 costantemente aggirata dalle assicurazioni. Viene annunciata una raccolta firme per l’eliminazione del risarcimento diretto. Serve il risarcimento integrale del danno. Con prezzi Rca determinati in un libero e concorrenziale mercato.

La canalizzazione danneggia in modo pesante anche i Periti Assicurativi terzi ed imparziali: mentre da una parte si sta combattendo in Senato per una riforma volta all’obiettività della stima dei danni ai veicoli, dall’altra parte il Governo da una mano alle lobby assicurative che potranno adottare strumenti non idonei o non rispondenti ai requisiti previsti dall’art. 156 comma 1  del D. Lgs. 209/2005 e canalizzare l’automobilista presso riparatori riducendo il numero dei periti e delle perizie. Una forte spinta a ultra-velocizzare i rimborsi, verso il basso, a discapito di qualità e sicurezza stradale.

Luigi Mercurio
Presidente Aiped (Associazione Italiana Periti Estimatori Danni)

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